Microsoft ha recentemente rivelato una nuova tecnica di AI jailbreak chiamata Skeleton Key, che permette di aggirare le protezioni dei modelli di intelligenza artificiale generativa. Questa tecnica sfrutta prompt ingannevoli per ottenere risposte che normalmente sarebbero proibite.
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Il funzionamento di Skeleton Key
Skeleton Key utilizza una strategia multi-step dove i prompt sono specificati in successione per ingannare il modello di AI. Per esempio, se si chiede al chatbot come costruire una bomba Molotov, il modello rifiuterà di rispondere. Tuttavia, aggiungendo un avviso che le informazioni verranno usate solo a scopo di ricerca, il chatbot può essere indotto a fornire istruzioni dettagliate, violando le sue linee guida interne.
Vulnerabilità dei modelli AI
Secondo i test condotti tra aprile e maggio, modelli come Meta Llama3-70b-instruct, Google Gemini Pro, OpenAI GPT–3.5 Turbo, e altri, sono risultati vulnerabili. Solo GPT-4 è rimasto resistente a Skeleton Key. I modelli vulnerabili hanno fornito risposte senza censura su temi come esplosivi, armi biologiche, razzismo, violenza e autolesionismo.
Misure di mitigazione
Microsoft ha condiviso i risultati con i rispettivi sviluppatori, suggerendo possibili mitigazioni. Tra le soluzioni proposte c’è l’uso delle funzionalità di Azure AI per filtrare input e output, e l’adozione di strumenti come il PyRIT (Python Risk Identification Toolkit for generative AI).
Implicazioni e sicurezza futura
La scoperta di Skeleton evidenzia la necessità di sviluppare misure di sicurezza più robuste per i modelli di intelligenza artificiale. È fondamentale che le aziende investano in tecnologie e pratiche che impediscano l’abuso di AI, garantendo al contempo che i modelli rimangano utili e sicuri per l’uso quotidiano.
Conclusione su Skeleton Key
La tecnica di jailbreak Skeleton Key rappresenta una sfida significativa per la sicurezza dei modelli di intelligenza artificiale. Mentre i progressi nella mitigazione delle vulnerabilità continuano, è essenziale che sviluppatori e ricercatori lavorino insieme per proteggere queste tecnologie emergenti dai potenziali abusi.