Spiato sul posto di lavoro. Attraverso le email. L’impiegato non era infatti l’unico a leggere la corrispondenza telematica che confluiva nel suo account aziendale, protetto da password. Ogni volta che riceveva o spediva un messaggio veniva in automatico visualizzato anche nella posta del direttore generale, ma il dipendente ne era all’oscuro. Tanto che quando ha scoperto di essere letto, ha ipotizzato lo spionaggio industriale e si è rivolto alla polizia postale di Vicenza, presentando querela. Ma gli accertamenti degli agenti hanno portato a tutt’altra direzione: era il dg a leggere abusivamente la posta elettronica tra giugno e settembre 2012. Accusato di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, intesa anche quella telematica, Giovanni Zaltron, 53enne di Vicenza, nei giorni scorsi è stato condannato a 150 euro di multa.
Probabilmente il dipendente del Gruppo Effe2 di Isola Vicentina, che è pure socio della stessa azienda leader nella produzione di canne fumarie in argilla ceramica, non avrebbe mai scoperto di essere monitorato sul lavoro se non fosse stato per un messaggio automatico che lo avvertiva che dal suo telefonino non era possibile aprire il contenuto di una email, perché troppo pesante, e lo rimandava al suo account. Al suo ma anche ad un indirizzo sconosciuto. Quello per l’appunto del dg che, da quanto emerso, per arrivare a leggere in copia la corrispondenza dell’impiegato aveva chiesto l’intervento di un tecnico. «Un’amara scoperta per il mio assistito, sapere di essere spiato lo ha fatto molto soffrire e lo ha portato anche ad assentarsi per lavoro, per malattia» commenta l’avvocato Monica Cecchin.
Fonte Corriere.it